Riabilitazione Visiva

La riabilitazione visiva si occupa di ricercare ausili atti a migliorare l'autonomia del paziente ipovedente e mediante l'impiego di sistemi ingrandenti e di altri dispositivi ottici, elettronici e informatici ha come obiettivo quello di consentire la lettura, la scrittura e più in generale, una migliore qualità della vita del paziente ipovedente. Tra gli obiettivi della riabilitazione visiva c'è anche il miglioramento dei movimenti oculari e della coordinazione oculo-manuale.

Con il termine ipovisione si intende la riduzione della capacità di percepire il dettaglio, il colore, la contemporaneità di più oggetti nello spazio, le differenze di luminanza (sensibilità al contrasto) e alterazioni della capacità di adattarsi al buio e alla luce e dei sistemi oculo-motori per la fissazione. L'ipovisione ha come effetto la riduzione della capacità dell'individuo nella lettura, nella scrittura, nella guida o nell'attività lavorativa, la capacità di muoversi e orientarsi nello spazio.

La corretta definizione del grado di ipovisione visiva rappresenta il punto di partenza per elaborare un programma riabilitativo finalizzato a consentire al paziente ipovedente di utilizzare al meglio il proprio residuo visivo per il mantenimento dell'autonomia e ridurre così l'handicap visivo.

La condizione di ipovisione si caratterizza per una consistente perdita della funzione visiva centrale e/o periferica. Dal punto di vista legislativo (L.138/2001, v. Legislazione sanitaria) si definisce ipovedente un soggetto con residuo visivo nell'occhio migliore non superiore a 3/10 e/o un campo visivo residuo binoculare inferiore al 60%.

L'ipovisione centrale consegue a patologie quali degenerazione maculare (senile, neovascolare, ereditaria), miopia patologica, retinopatia diabetica, neuropatia ottica, comporta riduzione dell'acuità visiva e della sensibilità al contrasto, metamorfopsia (visione deformata), riduzione della percezione dei colori, alterazione della presa e il mantenimento della fissazione, allungamento del tempo di adattamento alla luce con conseguente abbagliamento, riduzione della soglia di sensibilità retinica nel campo visivo centrale. La disabilità visiva che ne consegue consiste in difficoltà di lettura, scrittura, guida, capacità di accudire alla propria persona.

L'ipovisione periferica consegue a patologie quali retinite pigmentosa, neuropatia ottica, danno delle vie ottiche o della corteccia visiva. Può comportare amputazione del campo visivo negli emicampi laterali; superiori; inferiori o omonime può causare riduzione della visione dei colori e l'allungamento del tempo di adattamento al buio. La disabilità visiva che ne consegue consiste in difficoltà del movimento, orientamento spaziale, riduzione della velocità di lettura.


Il percorso riabilitativo comprende un colloquio preliminare con il paziente che consente di stabilire le esigenze visive: lettura, scrittura, lavoro per vicino (es: cucire, computer, giocare a carte), attività giornaliera (es: telefonare, cucinare, mangiare, accudire alla propria persona), visione per lontano (vedere la TV, guidare, numeri autobus etc..). E' indispensabile conoscere l'ambiente in cui il soggetto svolge la maggior parte delle proprie attività dando dei consigli utili nel comportamento e nella quantità, qualità e disposizione dei punti luce per ottimizzare l'orientamento spaziale volto ad una maggiore autonomia. Per poter adeguatamente includere un paziente ipovedente in una riabilitazione visiva è importante conoscere le sue motivazioni ed aspettative. Il paziente ipovedente deve avere consapevolezza degli obiettivi possibili da raggiungere una volta accettato il proprio handicap. Dopo un accurato studio dell'acuità visiva e della capacità di lettura si individua l'ausilio più idoneo e si addestra il paziente ad utilizzarlo per soddisfare le esigenze visive selezionate.


Ausili riabilitativi:
Un miglioramento dell'acuità visiva può essere ottenuto mediante l'uso di ausili ottici di due categorie: sistemi utilizzati per migliorare la qualità delle immagini ricevute sulla retina, oppure sistemi che servono a ingrandire l'immagine sulla retina.

L'ingrandimento rappresenta il valore di quanto deve essere ingrandito sulla retina la dimensione dell'oggetto. Un ingradimento equivale a +4.00 Diottrie (1X = +4.00 D). L'ingrandimento aumenta la dimensione dell'angolo visuale che l'oggetto sottende sulla retina.
L'ingrandimento può essere fornito in diversi modi:

  • mediante ingrandimento della dimensione relativa: significa rendere l'oggetto che si guarda più grande. Questo e il modo più comune di fornire ingrandimento utilizzando distanze di lettura normali. Esempi sono gli ingrandimenti dei caratteri di stampa, la scrittura effettuata con pennarelli a punta larga e l'utilizzo di tastiere per personal computer o per gli apparecchi telefonici con caratteri e/o numeri di dimensioni maggiori rispetto ai più comuni.
  • mediante l'ingrandimento della distanza relativa: si ottiene quando la distanza tra l'occhio e l'oggetto viene ridotta, in quanto l'angolo visivo aumenta con l'avvicinarsi dell'oggetto stesso. Dimezzando la distanza l'immagine è due volte più grande. Tale tecnica di avvicinamento è usata spontaneamente dai giovani.
  • mediante l'ingrandimento angolare: si ottiene utilizzando un ausilio ottico che aumenta l'angolo visivo sulla retina. I raggi di luce dell'oggetto passano attraverso il dispositivo ottico e le caratteristiche delle lenti modificano la dimensione apparente dell'immagine (es: telescopio).
  • mediante ingrandimento di proiezione: l'immagine dell'oggetto è proiettata su uno schermo che viene osservato dall'utente (es: video ingranditore).

Classificazione degli ausili riabilitativi:

  • Ottici: microscopici, telescopici, filtri
  • Elettronici: video ingranditori
  • Informatici: software ingrandenti
  • Posturali: leggio, tavoli e sedie ergonomiche
  • Sistemi illuminotecnici: lampade a fluorescenza